lunedì 1 ottobre 2012

Duecento dischi fondamentali: 1970

Facendo una botta di conti, dovrebbero essere circa duecento gli album che hanno lasciato un imprinting sulla mia esistenza, influenzando i miei gusti (e non solo) fin dall'adolescenza. Lo so, sembrano tanti, ma essendo nato all'inizio degli anni '60, non sono più un giovincello e di cassette, vinili, cd ed mp3 ne sono passati sotto i ponti.
Il punto di partenza è il 1970: non perché a dieci anni ascoltassi già Woodstock; ho scelto questa data come simbolo dell'inizio di un decennio nel quale mi sono formato musicalmente, passando ad un certo punto dai Genesis ai Clash con una rapidità sconcertante. Raramente in quel periodo si guardava al passato (almeno il sottoscritto), tali e tante erano le novità e gli stimoli. Nella lista ho deciso di non includere dischi importanti scoperti però molto tardivamente, come ad esempio Can o Neu!, che ho conosciuto ed apprezzato fuori tempo massimo. Un po' per volta arriveremo ai nostri giorni. 

1) Neil Young - After the gold rush
Uno scrigno di capolavori, a cominciare da Don't let it bring you down: imparai a suonarla a 15 anni e da allora è una delle mie canzoni preferite di sempre (splendida la cover di A. Lennox). C'è poi la lirica visionaria della title track col dolce incedere del pianoforte: un sogno profetico in un viaggio tra passato e futuro che ha dato vita ad un'infinità di interpretazioni. Altro capolavoro è Southern Man, rabbiosa invettiva anti-razzista verso gli Stati del Sud.

2) Band of Gypsys
L'ultimo album di Jimi Hendrix, sei mesi prima dell'addio, è stato anche il primo che ho conosciuto e al quale sono rimasto legato. Band of Gypsys è il trio che nacque dopo lo scioglimento dell'Experience, formato da Jimi, Billy Cox e Buddy Miles.
Album live registrato da due concerti al Filmore East di New York: il 31 dicembre 1969 e il primo gennaio del 1970.

3) Crosby, Stills, Nash & Young - Deja Vu
Uno di quei dischi epocali, uscito pochi mesi dopo Woodstock. Un supergruppo capace come pochi di unire le voci in una magica alchimia vocale che contribuì in maniera determinante alla caratterizzazione di quel sound definito West Coast. Ed è proprio Woodstock, scritta da Joni Mitchell, uno dei brani più significativi: la canzone che, secondo Crosby, ha raccontato meglio di chiunque altra il festival. Curioso che la cantautrice canadese non fosse stata presente.
4) Traffic - John Barleycorn Must Die
Già solo l'omonima ballata folk, recuperata dalla tradizione britannica, vale un disco che grazie al talento di Steve Winwood e Jim Capaldi ha il dono di sfuggire ai generi spaziando a livello creativo tra folk, blues e jazz-rock.




5) Pink Floyd - Atom Heart Mother
Non so se frequentavo la prima superiore o la terza media, ma è ancora vivo il ricordo di quel pomeriggio a casa di un amico: stavo esplorando con invidia l'enorme collezione di dischi del padre e fui colpito da una copertina senza scritte con la foto di una mucca. Quando lessi nel vinile il nome del gruppo la curiosità di ascoltarlo fu immediata e mi si aprì un mondo nuovo.
6) Woodstock - Music from the original soundtrack  
Triplo vinile che racconta in musica un evento la cui onda lunga abbracciò ed influenzò la prima metà degli anni settanta grazie soprattutto al film documentario che vinse l'oscar nel 1970. Lo vedemmo al cinema, giovanissimi e affamati di musica e concerti che in Italia non si tenevano più da anni a causa di continui incidenti e contestazioni (si dovette aspettare il 1979 con l'arrivo di Patti Smith).

16 commenti:

  1. Io sono del...facile da indovinare!per cui ero ancora troppo piccolo ma quell'anno fu strepitoso...ai magnifici 6 che hai inserito tu aggiungo i seguenti (in ordine alfabetico):

    Abraxas-Blows against the empire-ELP 1°-In the wake of Poseidon- Led Zeppelin III

    RispondiElimina
  2. Meraviglia.
    non ho niente da aggiungere e mi sa che per i restanti 164 sarà così..
    Quello dei Traffic è la cosa migliore che ha fatto Winwood..

    RispondiElimina
  3. Ho dimenticato il sesto!!

    - Tumbleweed connection

    ...ho tralasciato Let it be perchè fu registrato al'inizio del 69...giusto?

    RispondiElimina
  4. Posto che nessuno di questi dischi l'ho ascoltato all'epoca, scegliendo tra quelli usciti in quell'anno che sono nella mia collezione di cd, aggiungo:

    Nick Drake: Bryter Layter
    Syd Barrett: Barrett
    Syd Barrett: Madcap Laughs
    Soft Machine: 3
    Doors: Absolutely Live
    Stooges: Fun House
    Robert Wyatt: End Of An Ear
    Tim Buckley: Lorca
    Tim Buckley: Starsailor
    Nico: Desert Shore
    Van Morrison: Moondance
    Janis Joplin: Pearl
    Jefferson Starship: Blows Against The Empire
    MC5: Back In The USA

    RispondiElimina
  5. @ Totonno:
    Ovviamente anch'io ero troppo piccolo: sono tutti dischi che sono entrati in casa con 5/6 anni di ritardo grazie anche agli amici più grandi o a certi genitori.

    @ Mr. Hyde:
    Qualsiasi integrazione tua personale è sempre ben accetta!

    @ Allelimo:
    Stooges tutta la vita: non li ho messi perché li ho scoperti con troppo ritardo!

    RispondiElimina
  6. Credo che io e te abbiamo avuto lo stesso vertiginoso passaggio : dal prog al punk in men che non si dica :)
    Deja vù e After The Gold Rush sono due dei dischi dei quali non potrei mai fare a meno e che mi hanno formato musicalmente ( e in parte anche come uomo ). Attendo di leggere anche i prossimi.

    RispondiElimina
  7. dunque parliamo del 1970...
    a tutti quelli citati da voi(specie alle,che scopro avere quasi i miei stessi gusti)aggiungo
    zappa..burnt weeny sandwich
    e weasels ripped my flesh..

    RispondiElimina
  8. Formidabili quegli anni ...anche perchè io non ero ancora nato ;)

    RispondiElimina
  9. @ Alligatore:
    Non sarebbe stato male avere 18 anni nel 68, però a San Francisco.

    @ Blackswan:
    Non sono stato l'unico allora a vivere quel passaggio in modo così repentino.

    @ Brazz:
    Troppo giovane per Zappa, mi ci è voluto ancora qualche anno.

    RispondiElimina
  10. Beh, oltre a questi, in quegli anni e con uscita 1970 ascoltavo anche:
    All Thing Must Pass - G.Harrison
    Let It Be - The Beatles
    Tea for the Tillerman - Cat Stevens
    Hunky Dory - David Bowie
    Trespass - Genesis
    Led Zeppelin III - Led Zeppelin
    Hot Tuna - Hot Tuna

    Ci sono begli album del '69 che sarebbero riconducibili ma rispettiamo il paletto di partenza. Ciao!

    RispondiElimina
  11. Hunky Dory è già nella lista 1971 (uscì il 17/12/71)

    RispondiElimina
  12. Oltre ai già citati da te e altri (imperdibile Fun House) inserirei
    BLACK SABBATH - omonimo
    IN ROCK - Deep Purple
    MOONDANCE - Van Morrison
    THE MAN WHO SOLD THE WORLD - Bowie
    (Hunky dory è del 71...).

    RispondiElimina
  13. Anch'io ho acquistato questi album (5 su 6) in vinile, ma con qualche anno di ritardo.
    Poi stesso passaggio repentino dal prog al punk.
    E quindi aggiungerei anch'io "In the Wake....." dei sig. K.C.
    Sono già in ansia per glia nni successivi.

    Un abbraccio.

    RispondiElimina
  14. Ah...scusate, ho scoperto che Hunki Dory è del '71 uscì il 17/12/71..ehm..

    RispondiElimina
  15. Un anno veramente "denso"!
    Sono assai indeciso e condivido moltissimi dei nomi già citati.
    Ne aggiungo solo uno: Amon Düül II - Yeti

    RispondiElimina

Welcome