lunedì 31 agosto 2009

I post apocalittici


Science fiction films are not about science. They are about disaster, which is one of the oldest subjects of art.
Susan Sontag (Imagination of disaster)
Amo la fantascienza e in particolare questo genere di film. Fin da bambino, dopo avere visto Occhi bianchi sul pianeta Terra, tutti i pianeti delle scimmie e in seguito Spazio 1999, sono cresciuto con questa fissa degli ultimi abitanti della Terra sopravvissuti ad una qualche catastrofe. Difficilmente me ne perdo uno, sorbendomi spesso anche le stronzate (a parte 2061 di Vanzina, quello mi sono rifiutato). The Road, è una storia ambientata nel futuro dopo un disastro planetario e si annuncia molto interessante, perché è tratta dall'ultimo romanzo di Cormac McCarthy, già ispiratore del capolavoro dei fratelli Coen, No country for old men. Racconta le vicissitudini di un padre e di un figlio senza nomi che fuggono verso sud dall'inverno, lungo una strada asfaltata in un mondo in cui gli unici esseri viventi sopravissuti sono gli umani. Il regista, l'australiano John Hillcoat (classe 1961) è un nome relativamente nuovo: ha lavorato soprattutto nell'ambito dei videoclip e nel 2005 ha diretto il film La Proposta, tratto da una sceneggiatura di Nick Cave, che di questo western ambientato in Australia ed anche del nuovo film ha composto le musiche con Warren Ellis. The road è in concorso a Venezia e dovrebbe uscire nelle sale in ottobre.
Il trailer
Fra i più belli del genere degli ultimi anni metto sicuramente L'esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam e 28 giorni dopo di Danny Boyle, mentre in parte mi hanno deluso E venne il giorno di Shyamalan e Io sono leggenda.

venerdì 28 agosto 2009

L'arte della gaffe

Conosco ed ho conosciuto centinaia di persone con le quali spesso, anche per motivi di lavoro, devo intrettenere relazioni più o meno strette per determinati periodi. Ho presto imparato a mie spese quali sono le domande e le affermazioni da evitare onde evitare gaffe più o meno clamorose, come la seguente di qualche anno fa, quando mio figlio era più piccolo e spesso ci ritrovavamo ad interminabili feste di compleanno, della scuola, dello sport.
Io (chiamando un bambino in palestra mentre l'adulto in questione purtroppo sentiva): Massimo, è arrivato il nonno a prenderti!
Bambino: Ma no! Quello è il mio papà!
Non sapevo più dove guardare!

Sempre a proposito di papà, la mia figuraccia, in confronto a quella fatta dal supremo gaffeur sul padre dei setti fratelli Cervi, è da vero principiante. Non credo si possa fare di meglio! In questo campo come italiani possiamo essere orgogliosi, perché saremo sempre degnamente rappresentati in tutto il mondo da questo ometto. Se però qualcuno di voi è riuscito a farne una più grossa (o simile) lo candidiamo subito.

mercoledì 26 agosto 2009

Radiohead: il nuovo brano per la prima volta dal vivo

Il nuovo brano dei Radiohead, These are my twisted words, suonato per la prima volta dal vivo a St. Pölten in Austria.
Sono passati sei anni ma il loro concerto a Ferrara è ancora stampato nella mia memoria: there there, 2+2=5, fog, morning bell, talk show host, kid a, scatterbrain, national anthem, backdrifs, sail to the moon, fake plastic trees, go to sleep, where i end and you begin, pyramid song, wolf at the door, paranoid android, idioteque, everything in its right place (primo bis) i will, the bends, the gloaming, how to disappear completely (secondo bis) sit down stand up, karma police.

The XX

Sono di Londra, tutti giovanissimi ed hanno elaborato un loro suono notturno ed essenziale, fatto di elettronica minimale, basso/chitarra scarni e geometrici che guardano alla prima new wave, mentre l'andamento di molti brani ricorda le atmosfere trasognate dei Low. Una miscela originale completata da due voci complementari (la chitarrista Romy Madley Croft e il bassista Oliver Sim) in grado di dare intimità e quel tocco di spleen. L'unico rischio è che questo mood degeneri in posa, diventando così fastidioso. Un album d'esordio sorprendente. Video:Basic space Crystalized

martedì 25 agosto 2009

Joe Strummer

"Mettere in discussione l'autorità era ai primi posti nell'elenco delle mie priorità".
Joe Strummer dall'autobiografia "The Clash" - Isbn edizioni


Backstage - Milano 1981 (foto Janette Beckman)

lunedì 24 agosto 2009

Il costo dei nostri cellulari

Un articolo letto qualche giorno fa mi ha colpito e mi ha spinto a cercare ulteriori informazioni in rete su un conflitto poco conosciuto che da diversi anni sta devastando la Repubblica Democratica del Congo (ex-Zaire) e coinvolgendo altri stati confinanti dell'Africa centrale nel silenzio quasi totale dei media. Dopo aver consultato varie fonti ho capito che è in atto una vera e propria guerra, il cui scopo è l'approvvigionamento del coltan (contrazione per columbite-tantalite), una specie di sabbia nera da cui si estrae il tantalio: conduttore termico fondamentale per la produzione soprattutto di telefonini ed altri gingilli elettronici presenti in ogni casa. Una massa di poveracci, sfruttati e in seguito spesso schiavizzati sotto la minaccia delle armi, lavora nel sud e nel nord Kivu, la regione in cui dieci anni fa sono stati scoperti enormi giacimenti di coltan. Per capire l'importanza commerciale di questo prodotto basta ricordare che nel 2000 il lancio della play-station 2 subì dei ritardi proprio a causa della carenza momentanea di coltan, estratto nelle miniere australiane e brasiliane. Il suo costo, nel giro di pochi anni è quintuplicato. Questo business delle società occidentali va a finanziare, a seconda delle convenienze, le opposte fazioni di una guerra civile che ha coinvolto oltre al Congo, nazioni confinanti come Ruanda e Uganda che appoggiano le forze ribelli anti-governative. Tutto ciò ha causato la morte di milioni di persone, altrettanti profughi, nonché la distruzione della fauna dei parchi nazionali presenti in quelle zone (nel 1996 erano presenti 3600 elefanti, ora praticamente spariti).
Di fronte a questo e ad altri tragici eventi del genere, non si può fare a meno di sottolineare la stupidità e la grettezza dei nostri governanti che, con l'introduzione del reato di clandestinità, illudono gli italiani di poter arginare il fenomeno dell'immigrazione. Fino a quando le politiche economiche occidentali saranno queste, continueranno ad arrivare persone non solo dall'Africa, ma da ogni angolo del mondo sfruttato e sottosviluppato (un altro esempio attuale è l'Eritrea), nonostante tutto e tutti, anche se gli venissero bombardati realmente i barconi e non solo per finta come invitava a fare in un videogioco il subumano microcefalico figlio di Bossi.
"Siamo la loro carne, le loro bestie". "Voi cosa fareste con una pistola puntata in faccia?"
(Testimonianze di minatori congolesi, da "la Repubblica" 10 agosto 09)
Meditate, voi che possedete più telefonini o che li cambiate dopo pochi mesi di utilizzo.
Per ulteriori approfondimenti
http://www.womeninthecity.articolo21.com/it/notizia.php?id=1268

venerdì 21 agosto 2009

COVER vs ORIGINAL: Creep - The Pretenders (Radiohead)

Il primo successo dei Radiohead: la struggente e adolescenziale Creep, in una superba versione unplugged dei Pretenders.
Chrissie Hynde
da brividi in questa interpretazione.



Il primo lancio di Creep in UK nel settembre del 1992 fu un buco nell'acqua. Il singolo sfondò invece negli USA (cogliendo di sorpresa gli stessi Radiohead) dove diventò in quegli anni una specie di inno, una manifesto del malessere e dell'inquietudine giovanili insieme a Smell Like Teen Spirit dei Nirvana. Da quel momento i Radiohead rischiarono di diventare il gruppo di Creep e nient'altro; durante i loro primi concerti il pubblico chiedeva sempre e solo questa canzone con gran disappunto della band.
But I'm a creep/
I'm a weirdo/What the hell am I doin' here?/I don't belong here (Sono uno sfigato/sono uno strano/cosa diavolo ci faccio qui/sono fuori posto...).
La canzone, scritta alla fine degli anni '80, probabilmente riflette le inquietudini giovanili di Thom Yorke, legati alla paralisi ed alla chiusura dell'occhio sinistro che gli causarono sofferenza, anche per le prese in giro dei compagni di scuola che lo avevano soprannominato Salamandra. Nelle prime foto della band, infatti, compare spesso con gli occhiali da sole o con i capelli che gli coprono l'occhio.
Informazioni parzialmente tratte da Radiohead di James Doheny (Ed. Giunti)

martedì 18 agosto 2009

Fernanda e Fabrizio: due splendide persone

A dieci anni di distanza da Fabrizio De André, è morta a Milano all'età di 92 anni, Fernanda Pivano. Ambasciatrice della cultura americana del novecento in Italia, grande pacifista e libertaria. Grazie a lei e a Faber abbiamo potuto ascoltare quel capolavoro di musica e poesia che è "Non al denaro, non all'amore nè al cielo" tratto da Spoon River. Con loro l'Italia era un paese migliore. Vignetta di Mauro Biani

"Credo che Bob Dylan sia il Fabrizio De André americano!"

Fernanda Pivano: Genova 18 luglio 1917 - Milano 18 Agosto 2009

lunedì 17 agosto 2009

Il marziano e l'angelo caduto




Quale specie potrebbe nascere dall'unione di quest'uomo e questa donna?
Sono stato fin da bambino un grande appassionato di atletica, ma ieri sera ho assistito a qualcosa di fenomenale. Raramente in anni e anni di olimpiadi e mondiali ho provato un'emozione del genere. A un certo punto, in prossimità del traguardo della gara dei cento metri, pensavo che Bolt stesse per decollare. Figlio del dolore, come si è auto-definito ricordando i 30.000 schiavi che lavoravano nella sua zona d'origine, a Trelowny in Giamaica nelle piantagioni di canna da zucchero. Bob Marley da lassù festeggerà di sicuro. Speriamo non ci siano sorprese e che sia pulito; i controlli della IAAF sono stati severi (mille test ed esami del sangue nelle settimane prima e durante i mondiali). Stasera invece ho visto la regina del salto con l'asta, la bella Isinbaeva: un mix di fascino, grazia e potenza. Stavolta qualcosa non è andato: una delusione incredibile. A volte troppa sicurezza gioca brutti scherzi, oppure una serata storta. Lei è un po' tornata sulla Terra, la forza di gravità stavolta si è fatta sentire e con le sue lacrime è diventata più umana.
Elbow - Fallen angel mp3

sabato 15 agosto 2009

40 anni dopo Woodstock


15, 16, 17 agosto 1969: uno di quegli anniversari che non si possono ignorare. Da giovanissimo, malgrado fossero già passati diversi anni, ci sono cresciuto con quel triplo album e con il documentario del concerto. L'onda e l'eco di quegli avvenimenti sono rimasti per anni nell'immaginario delle generazioni successive, come la mia.
Nessuna celebrazione nostalgica, ma ho in testa solo una domanda: che cosa è rimasto oggi di quel pensiero, di quella filosofia, di quella utopia che videro in Woodstock la loro apoteosi e l'inizio della fine? Nella musica sicuramente tanto, ma in tutto il resto? Forse troppo poco. Sarebbe interessante chiederlo ai miei coetanei che erano presenti numerosi in quei giorni e che sono stati ritratti nella foto di Henry Diltz. Bambini nati come me all'inizio degli anni sessanta, ma cresciuti a diretto contatto con quel sogno di libertà e fratellanza poi frantumato dalle droghe e dagli eventi. Chissà che vita fanno e cosa pensano.
Il 16 ottobre uscirà nelle sale italiane Taking Woostock di Ang Lee, film ispirato ed adattato dall'autobiografia di Elliot Tiber, che grazie al motel dei genitori a White Lake, ebbe un ruolo fondamentale ed inaspettato nell'organizzazione del festival.
Il trailer


Una delle locandine originali con tutte le esibizioni.

mercoledì 12 agosto 2009

Women Rock #3

Questa galleria parte dalla fine degli anni '70, con l'eccezione della più giovane Natasha Khan, già autrice di due ottimi album nel 2006 e 2009. Annie Lennox è l'unica che ho visto dal vivo negli anni '80 con gli Eurythmics. Chrissie Hinde invece fa parte della mia adolescenza, insieme a Debbie Harry (già inserita nella prima galleria). La vocalist del secondo gruppo in cui ho suonato (Reverse) ricordava un po' la cantante dei Pretenders. Gran disco il loro primo omonimo del 1980.

Annie Lennox L.A. 1986 (Henry Diltz)
In questo video poco più che ventenne con il suo primo gruppo, The Tourists.

Chrissie Hynde, voce dei Pretenders (1980 Lynn Goldsmith)


Bat for Lashes (Natasha Kahn) copertina di Daniel


Kate Bush (video Top of the pops 1978 - Wuthering heights)

lunedì 10 agosto 2009

Le ronde goliardiche


Sono i Doughboys. In risposta alle odiose ronde, si aggirano per Roma sfidando il clima di proibizionismo e intolleranza che si sta diffondendo nelle nostre città.
Qui sotto invece (un po' stile Village People della bassa) tre tipici esemplari di coloro che, grazie al decreto sicurezza, dovrebbero contribuire a difenderci dall'illegalità.

mercoledì 5 agosto 2009

Come sopravvivere alla fine del mondo

Tutto un giorno a casa da solo, mentre la famiglia è al mare o al lavoro. Siamo da pochi giorni tornati dall'Islanda e dopo quasi due settimane di silenzio e spazi incontaminati, il bentornato l'abbiamo ricevuto dalla solita coda in tangenziale a Bologna. Il frigo è vuoto e così appena alzato decido di fare un po' di spesa per poi cominciare a sistemare con calma le foto e i video del viaggio. Dopo colazione accendo il cellulare e arriva un sms da una catena di negozi di elettronica: solo per oggi, se compri un televisore da 250" (basterà una parete?) ti regalano un mini condizionatore portatile. Accidenti alla volta che gli ho dato il numero! Vado al supermercato e la tipa delle promozioni con la faccia da volpe tonta mi dice che se compro una scansia intera di biscotti c'è in omaggio un mulino da giardino, così dopo potrò macinarmelo io il grano. All'uscita, solito slalom per evitare i maniaci dei carrelli ed eventuali venditori. Torno a casa e svuoto la buchetta della posta. Tra le varie cose inutili, mi vogliono appioppare una carta di credito al titanio che funziona anche in condizioni meteo estreme! Se però decido di non utilizzarla si raccomandano di distruggerla o nel caso non ci riuscissi di seppellirla, altrimenti si attiva autonomamente entro 48 ore e, incazzata nera, partecipa a tutte le aste su e-bay. Mi ha scritto anche Sky, che per la terza volta mi regala l'HD se gli procuro sangue fresco (intanto però ha aumentato i prezzi due volte in un anno). Mi siedo e finalmente accendo il PC, ma suona il telefono: è la solita compagnia telefonica che mi supplica di accettare un contratto vantaggiosissimo per internet e telefonia. In effetti è molto economico, però ogni volta che fai una telefonata inferiore ai quindici minuti scatta una tariffa bastarda che costa quasi come tutto il contratto. Per risparmiare praticamente devi passare la vita al telefono.
Decido di pranzare e accendo la TV per le ultime notizie: 30 km di coda al passante di Mestre, costato un miliardo di euro e inaugurato sei mesi fa in pompa magna da Berlusconi. "Permetterà di superare un imbuto quotidiano eliminando decenni di code", ci avevano raccontato. L'Italia è il Paese delle certezze!
Comincio finalmente a guardare le foto, ma arriva un altro sms, questa volta dal mio operatore; con soli tre euro puoi attivare una promozione che permette di mandare fino a mille sms gratis al giorno, anche con insulti e minacce di morte, però ad una sola persona a tua scelta. Il tutto senza essere perseguibile: si chiama FREE STALKING. Torno alle mie foto, ma contemporaneamente suona il campanello ed arriva un altro sms. Vado ad aprire la porta, pronto a urlare: - Non compro un cazzoooo! Ma la mia aggressività si affloscia all'istante, perchè mi ritrovo di fronte due donnine sui 60 anni visibilmente provate e accaldate. Mi mostrano un triste opuscolo in bianco e nero e mi chiedono con tono neutro come penso di sopravvivere alla fine del mondo. Ripensandoci in effetti oggi qualche segnale in questo senso mi pare di averlo captato. Dico che ci devo riflettere, chiedo loro di ripassare un po' in anticipo sul momento fatidico per la mia risposta definitiva e intanto sto seriamente pensando di ritornare in Islanda ad aspettare la fine del mondo. Trecentomila abitanti per una superficie pari ad un terzo dell'Italia = meno rompicoglioni.

lunedì 3 agosto 2009

Talking Heads - Fear of Music 1979


Oggi è il 3 agosto e siamo all'anniversario trentennale di un altro dei tanti dischi incredibili usciti nel 1979 (cliccando sul link ve ne potete fare un'idea). Sto parlando di Fear of Music dei Talking Heads, l'album dalla copertina formata per intero da un muro metallico nero; opera che preparò il terreno a Remain in Light, dopo il quale, sotto un certo punto di vista, la musica non è stata più la stessa. Questo tuttavia fu per Byrne e compagni il vero album della svolta, quello che anticipò le sperimentazioni di My life in the bush of ghosts e gli scenari futuri della new wave. Il sound spigoloso dei primi due album comincia a mutare e soprattutto a maturare a livello espressivo; entra di prepotenza l'elettronica e si allargano gli orizzonti, ponendo i primi mattoni delle contaminazioni etniche (Zimbra); il basso di Tina si fa più caldo, pulsante e la chitarra ormai è utilizzata come strumento ritmico; collaborano Fripp (chitarra in Zimbra) e ovviamente Brian Eno con un ruolo sempre più determinante. E' un disco multiforme e proiettato nel futuro, un sorta di anatomia della società post-moderna, dove David Byrne ci accompagna in un viaggio intellettual-musicale nelle nostre nevrosi: a volte alienato (Drugs) a volte frenetico (Cities, Life during war time) oppure ossessivo (Mind); e nell'unica ballata del disco (Heaven) canta: Il Paradiso è il posto dove non succede mai niente.
La paura della musica non è mai stata così piacevole e terribile.